Oggi torno a parlarvi di creatività presentandovi due articoli interessanti.
Devo dirvi, e lo faccio con una certa soddisfazione, che fino a sei-sette anni fa non era così normale trovare, anche in inglese, buoni testi divulgativi sull’argomento, ed era raro trovarli in italiano: più facile imbattersi o in testi tecnico-scientifici, alcuni piuttosto astrusi, o nel bricolage in tutte le sue forme e declinazioni, dall’uncinetto ai gioielli di pasta di sale a come-decorare-la-vostra-cucina. Oppure c’erano lunghi discorsi sullo sviluppo personale, fin troppo vibranti e venati di suggestioni new age.
Insomma, eccovi qui le sintesi. Come sempre, se avete qualche minuto in più vi invito a leggervi la fonte, cliccando sul link arancione.
Che cosa è la creatività Più che uno skill, una capacità che si può imparare, è un mindset: un atteggiamento mentale che va coltivato. È pensiero flessibile, aperto, rispettoso… comprende la possibilità di imparare dal fallimento e l’attitudine a esplorare lacune e incongruenze.
Pensiero critico e pensiero creativo sono diversi: il primo è capace, applicando strumenti analitici, di intercettare le risposte sbagliate, ma il secondo riesce a individuare le domande sbagliate (posso aggiungere che l’espressione di pensiero creativo spesso può innervosire oltremisura chi fa, anche a ragione, molto affidamento sul pensiero critico).
Nelle organizzazioni, creatività e inattività risultano antitetiche: la creatività nasce dall’azione, ed è meglio rischiare il fallimento che rinunciare all’azione. Impossibile gestire processi creativi secondo regole consuete (lo scrive Robert Sutton della Harvard Business School, non un qualsiasi picchiatello). La leadership creativa è rara, e non può prescindere dall’etica, dall’empatia e dal rispetto.
L’articolo (in inglese) è breve, denso, e contiene diversi link che vi invito ad esplorare.
I sette maggiori killer della creatività. Cattiva sorpresa: fino al 1990, quoziente medio d’intelligenza e punteggio medio nei TTCT, il test di Torrance sulla creatività (il più affidabile di tutti) crescono insieme. Dopo quella data, il punteggio medio di creatività sembra decrescere in modo rilevante.
Come mai?
L’articolo, che potete leggere cliccando il link in arancione, indica i sette maggiori ostacoli alla creatività (sono abbastanza d’accordo con questa lista) e indica un modo per neutralizzarli o, almeno, per negoziarci, che riporto tra parentesi. Eccoli, qui di seguito.
1. Controllo eccessivo (bisogna riconoscerlo, e fare domande aperte sfidando credenze radicate).
2. Paura e ansia (bisogna accettare il fallimento, l’incertezza e l’ambiguità come parte integrante dei processi creativi).
3. Eccesso di pressione e di adrenalina (bisogna riconoscere, in primo luogo, le proprie reazioni all’essere sotto pressione, e poi è necessario trovare modi equilibrati per gestire tempi ed energie).
4. Isolamento e omogeneità (meglio esporsi intenzionalmente a persone, idee, informazioni diverse. Cercare approcci mentali diversi).
5. Assenza di motivazione e passione, apatia (sono spesso connesse con atteggiamenti cinici o sarcastici, che vanno identificati e “smontati”. Ritrovare le proprie passioni originarie e a partire da queste ricominciare ad agire).
6. Mentalità ristretta, schemi di pensiero ricorrenti e automatici, pregiudizi (metter da parte quello che si presume di sapere. Recuperare una sorta di “innocenza creativa”, mettersi “nei panni di qualcun altro”).
7. Pessimismo (lavorare sul linguaggio e sulle definizioni. Ri-incorniciare le esperienze negative. Cambiare sguardo).
L’articolo, in inglese, è scritto in modo leggero ma contiene alcune intuizioni rilevanti, e alcune considerazioni non ovvie.
L'articolo Che cosa è la creatività e che cosa la uccide – Metodo 42 sembra essere il primo su Nuovo e Utile.